I am Bettina

Bettina, Elisabetta Bubola (1920 - 2006)

Elisabetta, commonly known as Bettina, was a self-taught artist whose persona remains shrouded in a veil of reserve, undoubtedly constitutive of her personality. Despite her informal training, her career gained significant traction in 1953 with a solo exhibition at Galleria del Cavallino, curated by Carlo Cardazzo, featuring a catalog text by Achille Campanile. Cardazzo later presented another solo exhibition at Galleria del Naviglio in Milan in the same year, coinciding with her receipt of the Diomira Prize for young draughtsmen for her work titled "Fiori." She returned to Galleria del Naviglio in 1969 (accompanied by Denys Chevalier's text), 1979 (with an introduction by Domenico Porzio), and 1984, showcasing a robust reputation.

A notable event from Bettina’s years in Milan is her participation in the BOOM ’60 exhibition – a surprise reminiscence held at the Museo del Novecento in Milan from October 2016 to March 2017, focusing on modern art. In 1955, Bettina was one of twenty-six artists who painted portraits of actress Gina Lollobrigida for a journalistic competition at Galleria Montenapoleone in Milan. Notably, Bettina had previously portrayed Anna Magnani and Carlo Cardazzo. Unfortunately, no other pictorial texts are available to shed light on the themes and artistic language employed by the artist during this period.

Presumably, her encounter with Nando Pierluca in Milan led to an artistic collaboration, prompting their relocation to Paris in 1958. In Paris, Sonia Delaunay took an interest in Bettina’s work, leading to exhibitions across France, Belgium, South Africa, and the United States. Upon returning to Italy, Bettina and Nando were invited to Galleria dell’Obelisco in Rome in 1972 (reviewed by Lorenza Trucchi) and later to Fiamma Vigo’s gallery in Rome in 1975. During the latter event, a bronze bust of Bettina, displayed alongside Nando’s, was featured, and the bronze bust can be viewed at Nonna Nini’s restaurant at Via San Rufino 4. Nando, in the catalog introduction, expressed unconditional admiration for Bettina’s artistic prowess.

Following her abstract period around 1969 in Paris, the 1970s marked what may be considered Bettina's most intriguingly productive phase. Characterized by rich compositional assortments, typically frontal and two-dimensional, featuring delicate graphics and subtle chromatic combinations, this period revealed simple yet evocative depictions. These depictions seemingly allude to her childhood, reimagined in a dreamlike state, with references to a world observed not from the side but rather from the perspective of women's conditions.

In Milan, shortly before her death in 2006, Bettina, after a ten-year hiatus from painting, created a small painting as a final memento for Mirella Tieleman Gargari Pierluca, the daughter of Nando’s sister, Angela Pierluca – a close relative of the Laudenzi family.

 

Bibliography

“Premio nazionale di disegno Diomira 1953,” Milano, introduction by Fernanda Wittgens, Ed. del Milione, 1953.

“Nando e Bettina,” Galleria dell’Obelisco, Roma, Taccari, 1972, brochure with texts by Nando, biographies, and a list of exhibitions until 1972 (reviewed by Lorenza Trucchi, see http://www.giardinoirene.it/nando%20e%20bettina.pdf).

“Nando Bettina,” Roma, Galleria Fiamma Vigo, 1975.

  1. Milan, – D. Ventroni (eds.), “BOOM ’60. Era arte moderna,” Milano, Electa, 2016, pp. 33 and n. 21, 170-171.

http://www.galleriadelnaviglio.com/Mostre/Database/database.htm (Bettina, visited July 2023).

 

 

" Art is reason.

Art is solution of Esthetic problems,

therefore

Art is research "

Bettina, Elisabetta Bubola (1920 – 2006)

Di formazione autodidatta, la figura di Elisabetta, comunemente Bettina, è rimasta in un alone di riserbo, sicuramente costitutivo della sua personalità, anche se già da giovane, nel 1953, ha un avvio importante con una personale alla Galleria del Cavallino di Carlo Cardazzo, con testo in catalogo di Achille Campanile. Lo stesso gallerista le offre un’altra personale alla Galleria del Naviglio a Milano sempre nel 1953, anno in cui riceve il premio Diomira per giovani disegnatori con Fiori. Ritorna al Naviglio nel 1969 (con testo di Denys Chevalier), nel 1979 (con presentazione di Domenico Porzio) e nel 1984, a dimostrazione di una solida reputazione. 

Degli anni milanesi di Bettina, a sorpresa, si ricorda la mostra BOOM ’60. Era arte moderna, tenuta a Milano nel Museo del Novecento (ottobre 2016 – marzo 2017). La pittrice fu una di ventisei che fecero il ritratto dell’attrice Gina Lollobrigida per un concorso giornalistico nel 1955 alla galleria Montenapoleone di Milano. Nella sua versione (Collezione Boschi Di Stefano, che tra l’altro detiene sette opere di Bettina) la sfavillante bellezza dell’attrice, presa di profilo, ha un’inflessione naïf nel volto e nell’incarnato a riscontro della suntuosità seicentesca del vestito. Bettina era già nota per aver ritratto in precedenza Anna Magnani e Carlo Cardazzo. Non sono reperibili altri testi pittorici che possono aiutare a comprendere i temi e il linguaggio dell’artista durante questo periodo figurativo.

Probabilmente risale agli anni milanesi l’incontro e dunque l’inizio di un sodalizio artistico con Nando Pierluca e il conseguente trasferimento a Parigi nel 1958. A Parigi Sonia Delaunay si interessa al suo lavoro e comincia subito ad esporre in varie gallerie tra la Francia, il Belgio, il Sudafrica, gli Stati Uniti. Tornati in Italia Bettina e Nando sono invitati alla Galleria dell’Obelisco di Roma nel 1972 (con recensione di Lorenza Trucchi) e ancora alla galleria di Fiamma Vigo a Roma, nel 1975.

In quest’ultima occasione viene esposto anche il proprio busto in bronzo che si puo vedere al ristorante di Nonna Nini in via San Rufino 4, dove Bettina ha prodotto molte delle sue opere, insieme a quello del suo compagno Nando.

 Il quale, nella presentazione in catalogo, le rivolge un complimento incondizionato: «Mi limiterò dunque a dire che, a partire dal 1969, a Parigi, ho ritentato lo scontro con Bettina approfittando del fatto che in quel momento e negli anni successivi lo scontro non doveva essere frontale essendo Bettina impegnata in quest’esperienza astratta. […] Ma se Bettina consentirà ad esporre tra i suoi ultimi quadri astratti una delle sue tele figurative del ’68, comparatela con la più riuscita delle mie: […] la superiorità pittorica di Bettina su di me e su qualsiasi altro pittore vivente che io conosca è della stessa natura magica di quella di Michelangelo su tutta la scultura del ‘500 ed oltre o di Giotto su tutta la pittura universale». 

Dopo il periodo astratto segue, intorno agli anni Settanta, quello che forse è il suo periodo produttivo più interessante, segnato da ricchi assortimenti compositivi, di solito frontali, bidimensionali, di delicata grafia e altrettanto delicate combinazioni cromatiche. Le figurazioni, semplici nell’impianto, sembrano alludere forse alla propria infanzia, rivissuta in stato onirico, con riferimenti a un mondo visto, non più di lato, della condizione delle donne.

 Bettina ha realizato a Milano, poco prima della sua morte nel 2006, per un ultimo ricordo, dopo 10 anni senza avere dipinto nulla, un piccolo dipinto per Mirella Tieleman Gargari Pierluca, la figlia della sorella di Nando – Angela Pierluca, una parente stretta della famiglia Laudenzi.

Bibliografia

Premio nazionale di disegno Diomira 1953, Milano, presentazione di Fernanda Wittgens, Ed. del Milione, 1953; Nando e Bettina, Galleria dell’Obelisco, Roma, Taccari, 1972, depliant con testo di Nando e biografie con la lista delle esposizioni fino al 1972 (recensita da Lorenza Trucchi, vedi  http://www.giardinoirene.it/nando%20e%20bettina.pdf)Nando Bettina, Roma, Galleria Fiamma Vigo, 1975; M. Milan, – D. Ventroni (a cura), BOOM ’60. Era arte moderna, Milano, Electa, 2016, pp. 33 e n. 21, 170-171; http://www.galleriadelnaviglio.com/Mostre/Database/database.htm (Bettina, visitato luglio 2023).

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